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Mallarmé, Stéphane.

Poeta francese. Tra i principali esponenti del Simbolismo, è considerato uno dei padri della poesia moderna. Passò in Inghilterra due anni per motivi di studio; tornato in patria, nel 1863 fu abilitato all'insegnamento della lingua inglese. Si dedicò all'attività didattica successivamente a Tournon, Besançon, Avignone e Parigi. Nel 1894 si ritirò dall'insegnamento e andò ad abitare con la famiglia a Vaivins, sulle rive della Senna. La sua casa, come lo era stato il suo salotto di Parigi, divenne allora punto di incontro per intellettuali, letterati e poeti. Rigoroso sostenitore della "poesia pura" M., nel suo continuo sforzo verso la perfezione, non ha lasciato una produzione ampia sia in prosa sia in versi. I suoi primi versi vennero pubblicati sulla rivista "L'artiste" e nell'antologia del Parnaso contemporaneo (1871). Questi primi lavori rivelano la chiara influenza di Baudelaire, indiscutibilmente l'autore che ha avuto la maggiore importanza nella sua "Ultima moda", che si proponeva di introdurre nella vita mondana un più raffinato gusto estetico. La sua seconda maniera inizia con l'Erodiade e con l'egloga Il pomeriggio di un fauno, rifiutata per la sua oscurità dal terzo volume del Parnaso contemporaneo e pubblicata a parte nel 1876. Le due opere assicurarono a M. la fama, ma non soddisfecero interamente il suo desiderio di perfezione. I lavori successivi risentirono della sua progressiva tendenza verso l'ermetismo linguistico e il tentativo di liberare la poesia da ogni connessione dal discorso logico. L'espressione di questo mutamento del gusto di M. si ha nel poema in prosa Un colpo di dadi mai abolirà il caso, pubblicato nel 1897 nella rivista "Cosmopolis". M. è anche autore di una traduzione delle poesie di Edgar Allan Poe (1888) (Parigi 1842 - Valvins 1898).